15 Maggio 2023

Bologna-Roma, l’analisi tattica: primo tempo di controllo e ripresa più vivace, ma manca il gol

L'analisi tattica di Bologna-Roma 0-0, match valido per la 35° giornata di campionato

Getty Images

Abraham Skorupski

BOLOGNA ROMA ANALISI TATTICA – A quattro gare dal termine del campionato, il responso del Dall’Ara dice che la fiammella sempre più flebile della qualificazione Champions va via via spegnendosi, ma certifica altresì la conferma di un gruppo sempre più protagonista del proprio destino, e sempre in grado di riempire le sue gare degli atteggiamenti giusti e propositivi.

Un gruppo che anche quando non riporta i tre punti, anche quando sembra tutto perduto, affidandosi alla prestazione trova sempre il modo di uscire a testa alta dal campo, e di rendere aperta anche la gara più incanalata in binari scomodi. Di seguito l’analisi tattica del match.

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO

Nel suo 3- 5-2 Mourinho integra in maniera creativa l’undici iniziale, con Svilar che riappare tra i pali dopo il ritiro di Dicembre in Portogallo, Celik che rileva Mancini come braccetto di destra, Cristante e Ibanez, con gli esterni Made in Trigoria Missori e Zalewski. A completare la batteria dei giovani, Tahirovic in mediana insieme a Camara e Wjinaldum che prova il minutaggio in vista di Leverkusen, completano l’undici Sollbakken alle spalle di Belotti.

Motta, con più di un assenza nel reparto difensivo, davanti all’ex Skorupski si affida a Sosa e Bonifazi, con De Silvestri e Cambiaso terzini molto propositivi, e una mediana composta dal polivalente Schouten e Dominguez. Davanti rientra Arnautovic dopo mesi di stop, con Orsolini e Barrow punte esterne a piede invertito, e Ferguson sotto punta.

PRIMO TEMPO DI CONTROLLO SOSTANZIALE, NONOSTANTE ROSSOBLU PIÙ CONTINUI 

Specchiati in un palleggio molto geometrico, con le catena terzino/punta esterna innescate dal mediano a sostegno, un giro palla veloce e di qualità, un Cambiaso a tutto campo e un Sosa sempre pronto a portare palla dentro al campo per creare superiorità numerica, Barrow e Orsolini si scambiano posizione e spazi di gioco, i rossoblù fanno la gara con entrambi i terzini a creare superiorità numerica sulle catene esterne.

La Roma attende, non opera attenzioni particolari (Ibanez marca forte Ferguson, mentre Cristante va su Arnautovic) coi 2 attaccanti centrali non scherma i mediani che Motta predispone per palleggio, generando una situazione che porta i giallorossi a correre a vuoto dietro al palleggio dei felsinei.

Il primo quarto di gara è un monologo del Bologna, con un possesso palla dalle percentuali bulgare, e una supremazia territoriale marcata che obbliga i giallorossi a correre dietro alla palla, in una difficile riconquista, ma di fatto gli uomini di Mourinho compattandosi dietro concedono esclusivamente velleitarie conclusioni dalla distanza.

Dopo 20 minuti la Roma mette il naso fuori, con una uscita pulita sugli esterni dove Zalewski si invola confezionando una classica azione con finalizzazione fa quinto a quinto, pescando Missori che per un nonnulla non riesce a impattare la palla. É un segnale d’allarme per il Bologna, che poco dopo subisce un azione prepotente di Sollbakken che dopo un azione personale assiste Belotti (che una volta su tali movimenti segnava ad occhi chiusi), ma la squadra non sempre accompagna la transizione positiva lasciando troppo soli gli offensivi.

La situazione generale nella seconda metà del primo tempo vede possesso e supremazia territoriale rossoblù, ma un indice di pericolosità appannaggio della Roma, che finalmente trova conservazione del possesso, alzando il baricentro e raccordandosi con le due punte, con Wjinaldum che comincia a prendere quota.

RIPRESA CONVINCENTE DOVE MANCA SOLO IL GOL

Al rientro in campo ci sono sempre gli stessi 22, con una Roma pratica e vivace e un Bologna che si scagliona bene in campo, detta linee di passaggio tra le linee, ma coi giallorossi sempre puntuali nel chiudere spazi e combinazioni nello stretto, concedendo solo la conclusione da lontano.

Dopo un ora di gioco i dati sono contrastanti, perché il Bologna è  superiore per possesso palla, supremazia territoriale, ma calcia solo da lontano, con la Roma sempre pericolosa, che nel frattempo deve anche cominciare a pensare a Leverkusen con il triplice cambio Mancini, Bove, Abraham, per Celik, Wjinaldum, Belotti.

La Roma prende campo definitivamente, operando ora anche un pressing offensivo coordinato, andando bene sui riferimenti rossoblù, con Tahirovic (un riferimento costante) che recupera palloni, con Bove che si butta senza palla negli spazi, e Camara più dentro alla manovra rispetto al primo tempo.

Forze fresche per Motta con Lykogiannis, Moro, Zirkee per DeSilvestri, Ferguson, Arnautovic. Mourinho che risponde con Pellegrini per Solbakken, perdendo peso e velocità davanti, ma avendo preso campo serve la sua qualità, anche per trovare ultimo passaggio risolutore. L’ultimo cambio della gara è Matic per Tahirovic.

Maurizio Rafaiani

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