• Bayer Leverkusen-Roma, analisi tattica: supremazia tedesca e solidità giallorossa. Mou a un passo dall’ennesimo capolavoro

    Redazione RN
    19/05/2023 - 7:02

    Nona finale europea per Mourinho e seconda consecutiva in due anni di soggiorno romano. Il tecnico di Setubal è a un passo dall'ennesimo capolavoro in carriera

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    Bayer Leverkusen-Roma, analisi tattica: supremazia tedesca e solidità giallorossa. Mou a un passo dall’ennesimo capolavoro

    BAYER LEVERKUSEN ROMA ANALISI TATTICA – Nona finale europea per Mourinho e seconda consecutiva in due anni di soggiorno romano. Il tecnico di Setubal è a un passo dall’ennesimo capolavoro in carriera, senza Dybala e l’ennesima gara d’emergenza, aspetto che in troppi trascurano, perché trasformare un gruppo sempre restio alle sollecitazioni, poco ambizioso e sempre adagiato alla ricerca della comfort zone, rimane impresa titanica, alla quale ha aggiunto quest’anno l’abitudine (più che una capacità quindi) alla sofferenza, l’ottenere il massimo sacrificando, quasi ignorando, nella gara odierna, la fase più nobile e gratificante, quella di possesso, per rifugiarsi 100 minuti nella propria metà campo, con un sottopalla a tratti ermetico e impenetrabile, che al fischio finale ha premiato ancora una volta lo Sun Tzu pensiero: “potrai sempre vedere la mia tattica, ma non saprai mai la mia strategia”.

    MODULI E SVILUPPI DI GIOCO

    Mourinho sceglie il doppio centravanti Abraham/Belotti, per eludere la pressione alta dei tedeschi saltando la zona centrale del campo, accorciare con le mezzali Bove e Pellegrini e tenere impegnato in fase difensiva gli uomini di Xavi Alonso, mentre in mezzo Matic detta i tempi, con Cristante che scala tra i centrali Mancini e Ibanez, con Celik e Spinazzola quinti. Il Bayer conferma i tre centrali davanti a Hradecky, con Tah e Tapsoba, ai quali si allinea Hincapie (che sostituisce l’infortunato Koussou) braccetto di sinistra, scalando dalla posizione di quinto occupata da Bakker con Fripomg sull’out opposto; in mediana Palacios e la novità Demirbay, con Wirtz vertice alto tra le linee (che in fase di non possesso attenziona Matic), alle spalle si Diaby(anch’esso molto mobile) e Azmoun.

    PRIMO TEMPO DI CONTENIMENTO GIALLOROSSO, INIZIATIVA MARCATA DEI TEDESCHI 

    La gara comincia a buoni ritmi e dopo neanche due giri di lancette un rilancio dalle retrovie giallorosse provoca una seconda palla sulla quale si proietta Pellegrini che conclude di poco a lato, con la Roma che conclude la sua gara offensiva sull’episodio, perché il copione della recita campale è ben chiaro e delineato. La Roma attende, con i due attaccanti che chiudono i raccordi con i mediani di Xabi Alonso, recupera palla bassa nei 25 metri finali e transizione immediata sulle due punte, saltando centrocampo e riaggressione immediata dei tedeschi, accorciando con le due mezzali sulla seconda palla, per poi entrare con le mezzali a supporto delle due punte che allungano l’avversario. Il Bayer, di contro, sviluppa divinamente nello stretto, sposta velocemente palla trovando sempre l’uomo libero, gioca un palleggio di altissimo livello, dove a differenza delle gara di andata c’è anche la ricerca del cambio di gioco, con i duelli tra quinti che diventano fondamentali mentre quando trovano le linee di passaggio dietro alle mezzali giallorosse diventa importante per Bove e Pellegrini scivolare subito e stringere spazi davanti all’area di rigore, per evitare spazi e tempi di gioco che agevolano la conclusione dalla distanza e limitarsi a difendere di posizione senza mettere pressione può diventare alla lunga letale. L’unica situazione di dentro area, con Diaby che coglie il palo, arriva al 24′ da Ibanez che marca forte senza motivo a 70 metri dalla propria porta concedendo un corridoio di ripartenza. In generale, il primo tempo vede Belotti e Abraham giocare una grandissima gara in copertura e sempre pronti a ricevere e tenere palla per fare salire la squadra, facendo respirare i compagni, per fare fronte alla marcata supremazia territoriale e alla percentuale schiacciante di possesso palla letteralmente in favore del Bayer. Verso fine primo tempo da segnalare l’ingresso di Zalewski per Spinazzola, ennesimo infortunio da stress al flessore di questo finale di stagione, dove la posta in palio diventa sempre più decisiva.

    RIPRESA DOVE LA SUPREMAZIA TEDESCA DIVENTA TOTALE E MARTELLANTE

    Al rientro c è Wjinaldum per Belotti, in un 5-4-1 con un centrocampo a rombo, dove Pellegrini va dietro Abraham e gli inserimenti delle mezzali sempre necessari, per non isolare completamente Abraham. Appare chiaro come il Bayer abbia una sola punta da attenzionare, la Roma guadagna un uomo in più in mezzo, ma perde davanti qualcosa come aiuto all’inglese, perché un conto è obbligare due centrali avversari più i terzini a correre indietro, un altro è lasciare che si gestiscano il solo Abraham. Il possesso palla del Bayer sfiora ora percentuali più che bulgare, la supremazia territoriale tedesca diventa totale nella metacampo difensiva della Roma, che prova a spezzare con grande difficoltà la lunghezza del possesso avversario, anche perché la conservazione dopo il recupero è deficitaria, con poco movimento per ricevere in avanti palla nello spazio e anche per la perdita banale di qualche palla in uscita. I giallorossi difendono compatti, Mancini, Cristante, Ibanez, attenti nell’occupazione dell’area, impenetrabili nella ricerca della solidità centrale soffrono talvolta sui cambi di gioco, ma continuiamo a concedere il tiro dai 20 metri, distanza troppo breve, a differenza di quella dai 25 metri che veniva concessa all’andata e un pizzico di buona sorte aiuta su tali conclusioni. Il forcing tedesco si fa asfissiante, con una manovra aggirante che porta a mettere traccianti sia dal fondo che dallo spazio esterno medio, con la Roma che non riesce più a uscire e conservare e congelare palla, con anche i braccetti difensivi delle aspirine di casa che partecipano alla manovra. Xabi Alonso comincia a caricare di giocatori offensivi, con Adli per Bakker e Hlozek per Palacios, in una sorta di 3-2-5, al quale Mourinho deve rispondere con Smalling per Celik che alza bandiera bianca e con Bove che va quinto di destra. Roma sempre più schiacciata nei 30 metri finali, con Xabi Alonso che rinuncia ad un centrale difensivo, fuori Tah per Amiri in un 2-3-5 da assalto finale, con i giallorossi incapaci di uscire, ma di resistere dopo 9 minuti di recupero che scadono consegnando alle cronache un altra pagina vittoriosa di Mourinho e la sua creatura forse più inaspettata della sua carriera vincente.

    Maurizio Rafaiani

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