Il volo Atalanta, la rincorsa Roma: è la sfida tra Gasperini e Mourinho

Alessandro Tagliaboschi
18/12/2021 - 8:11

Foto Tedeschi
Il volo Atalanta, la rincorsa Roma: è la sfida tra Gasperini e Mourinho

ATALANTA ROMA MOURINHO GASPERINI – Gian Piero Gasperini e José Mourinho oggi si ritroveranno uno contro l’altro dopo oltre 10 anni. Un periodo lungo dentro al quale per i due tecnici sono successe tante cose tra successi e qualche clamoroso flop.

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Tre difensori, due esterni “totali”, tre giocatori offensivi (non per forza punte pure), almeno altri due con la porta in testa: i principi, non immutabili, del calcio di Gasperini. La linea a tre è il modulo di riferimento da sempre, come la libertà-dovere data ad uno dei centrali (oggi generalmente Toloi) di salire per appoggiare lo sviluppo del gioco e creare superiorità. L’atteggiamento tattico offensivo è dettato dalle caratteristiche dei giocatori scelti: un trequartista e due punte (facilmente larghe), due trequartisti e una punta centrale, oppure un tridente con esterni quasi sempre a piede invertito È questa variabilità (di soluzioni e di posizione dei giocatori) la forza di Gasperini, scrive La Gazzetta dello Sport.

La difesa a quattro è sempre stato il marchio di fabbrica, di Mourinho. O quasi sempre. Su quell’allineamento difensivo, però, ha costruito gran parte dei trionfi. E da lì, dal 4-2-3-1, è partito anche a Roma, tranne poi dover cambiare in corsa a causa dei tanti infortuni. Così nel buio di Venezia è nata un’altra Roma, con la difesa a tre e quel 3-5-2 che ha valorizzato alcuni giocatori e dato più equilibrio alla squadra. “Mi piace giocare a tre, ma non a cinque“, ha detto Mou. Tradotto, va bene la difesa a tre, ma gli esterni devono essere due che vanno, che fluidificano. Ecco perché El Shaarawy era perfetto a sinistra ed ecco perché Karsdorp non riposa mai a destra. Con il 3-5-2, poi, Mou ha dato anche una spalla ad Abraham, facendolo così sentire meno solo davanti e togliendogli parte del peso e della responsabilità dell’attacco. E ha ridato nuova vita a Mkhitaryan, che da mezzala palleggia e distribuisce gioco, da trequartista esterno nel 4-2-3-1 era invece costretto a quei rientri difensivi che lo annebbiavano.

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