• Astori, il racconto della compagna Francesca: “Nel ricordo di Davide trovo la forza per nostra figlia”

    Redazione RN
    14/10/2018 - 14:38

    Astori, il racconto della compagna Francesca: “Nel ricordo di Davide trovo la forza per nostra figlia”

    CORRIERE DELLA SERA – In una lunga e toccante intervista a firma Walter Veltroni rilasciata al quotidiano, torna a parlare Francesca Fioretti, compagna di Davide Astori, venuto a mancare lo scorso 4 marzo. Tra il ricordo del passato con Davide, che ha vestito anche la maglia giallorossa, alla forza nel crescere la loro bambina Vittoria, queste le sue dichiarazioni:  ”Il 5 Marzo io ho accompagnato mia figlia a scuola e sono andata dalla psicologa dell’infanzia. La vita con Vittoria è stata dura, non le ha concesso neanche la meraviglia dei giorni insieme che Davide ed io abbiamo vissuto. Io so che non devo vivere il mio dolore attraverso di lei, non devo apparire triste né disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Davide, per quanto mi possa far soffrire, non deve diventare un tabù, qualcosa da nascondere, un vuoto da non pronunciare. Lei ha capito che lui non tornerà, ma lo abbiamo collocato in un luogo immaginario in cui è felice. Dal primo momento mi è stato chiaro che Vittoria non avrebbe mai dovuto essere la spugna delle sofferenze degli altri, e tantomeno delle mie. È l’augurio che io faccio a me stessa: potermi ancora meravigliare della vita e farmi sorprendere dalle emozioni. Lo vorrei per me e, di riflesso, per Vittoria perché so che sarebbe anche la miglior cosa per lei”, il racconto del giorno dopo.

    Poi le emozioni tornano a quando ha conosciuto Davide: ”Una sera di settembre 2013. A una festa lui mi ha fermato per chiedermi come era il Vietnam, dove io ero stata come concorrente del programma televisivo Pechino express. Sembrava una strategia di rimorchio, ma la vita e i nostri viaggi si sarebbero incaricati di provarmi che era sincero. Quella notte mi arrivò il suo primo messaggio, si era fatto dare il numero da un amico. Mi ha scritto per un mese, ogni giorno”. ”Così è iniziato il nostro amore. Poi passò dal Cagliari alla Roma. Nel suo costante programmare aveva già deciso che io mi sarei trasferita con lui a Roma in via definitiva. Sapeva degli studi di recitazione che stavo facendo nella capitale, ma sapeva anche che, per lavoro, volevo tenere il mio appoggio a Milano. Alla fine ha vinto lui. Eravamo diversi e complementari. La sua vita era regolare, come una linea orizzontale. La mia era rapsodica, cadute e risalite, nel lavoro come nell’umore. La nostra passione erano i viaggi”, continua.

    Così lo descrive emozionata: ”Davide era un animo gentile, era un uomo curioso e allegro. Amava l’architettura, leggeva molto e gli piaceva scoprire quello che non sapeva, cercare ciò in cui si sentiva debole. Eravamo felici, davvero. Mi sembrava che la vita mi avesse fatta bella, con lui”.

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