11 Febbraio 2008

Appunti dal campo di Angelo Mangiante **Roma-Reggina

 
L’ultimo messaggio di Totti rischia di essere lo slogan di questo campionato. La sintesi dell’ultimo allarme lanciato  dal capitano è che la sudditanza esista ancora nel modo in cui tutti hanno paura di parlare male dell’Inter.
 
Totti non paragona i nerazzurri alla Juve, ma non nasconde la delusione. Di chi come lui si allena durante la settimana e poi vede l’Inter vincere sempre non solo perché è forte ma anche per gli aiuti.  
 
Le contestazioni del Cibali hanno lasciato il segno.  L’Inter continua a vincere ma perde consensi sulla questione arbitrale. A Catania l’ultima puntata destinata ad infiammare ancora di più la polemica. Dall’altra parte la Roma che rimane dietro come punti ma è avanti come gradimento visto che ormai raccoglie anche gli applausi degli anti-interisti d’Italia.
 
Spalletti poi aumenta il divario visto che vince il duello sul piano della disponibilità e dei sorrisi con Roberto Mancini.
 
Come nella scena molto divertente che ha visto protagonista Spalletti contro la Reggina. Attingendo rigorosamente dal toscano. Un episodio in cui l’allenatore di Certaldo ha iniziato all’improvviso ad agitare mani e braccia urlando alla squadra che non riusciva a chiudere la partita: “ Voglio vedere più roba, voglio vedere più roba…..”.
 
E’ solo un esempio di come Spalletti si trasformi quando è in panchina. Capace di alternare momenti di contemplazione, in cui rimane con gli occhi fissi sul terreno, a  sprazzi di adrenalina pura. C’è la fase uno, di meditazione, e la fase due, grintosa, quella in cui decide che è il momento di intervenire.
 
La fase due è quella in cui conviene non farlo arrabbiare. Procede in crescendo. Inizia ad agitarsi in maniera sempre più plateale quando si accorge dal campo che qualcosa non va. E’ la sua energia che trasferisce ai giocatori. Come a Mexes :“Phil devi giocare più facile, non buttare via i palloni” o a Cassetti e Tonetto nei minuti in cui la Reggina con Amoruso e Makinwa premeva di più: “Non rimanete a difendere larghi, dovete stringere di più, serve più densità al centro”.
 
Intorno a Spalletti, in panchina il suo staff tecnico partecipa con grandissimo spirito di gruppo. Tra di loro, il preparatore dei portieri Adriano Bonaiuti, il quale nel riscaldamento aveva assistito a una brutta botta presa da Doni ricadendo male sul terreno. Durante la partita il portiere brasiliano ha stretto i denti e non si è tirato indietro. Visti gli infortuni sia di Curci che di Julio Sergio, in panchina c’era Zotti. Non proprio una sicurezza. Tanto che qualcuno, scherzando, consigliava a Bonaiuti di tenersi pronto ad entrare lui eventualmente in campo.
 
Vuole sempre tutti pronti Spalletti quando è il momento caldo delle sostituzioni. Se qualcuno si attarda nel riscaldamento non guarda in faccia a nessuno. Neppure a un campione del mondo come Perrotta, che a cinque minuti dal termine decide di mandare in campo al posto di Giuly. E Spalletti non ci sta quando si accorge che è ancora in tuta: “ Simone non è possibile,  dai entra, veloce, non puoi buttare così minuti preziosi”.
 
Infine le scelte tattiche. Come quella di Panucci centrale inserito da Spalletti al posto di Ferrari per avere più guida nel reparto difensivo. E Panucci, quando ha visto che era il momento di farsi sentire, ha iniziato a chiamare le posizioni dei compagni come se fosse un allenatore in campo.
 
A proposito di allenatori, alla fine della partita Ulivieri si è avvicinato a Spalletti. Invece delle scintille, dopo qualche occhiataccia dalla panchina durante i 90 minuti, la tensione si è sciolta in una stretta di mano. Un bel finale tra sorrisi e qualche battuta in toscano. Il tutto mentre poche ore dopo iniziava a Catania l’ennesima polemica arbitrale sull’Inter. Molto più divertente l’atmosfera dell’Olimpico.   

 
Angelo Mangiante – Sky 

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