Appunti dal campo di Angelo Mangiante di Roma-Cagliari: ** ´Vucinic? Neppure Belen…´

15/12/2008 - 0:00

 
Neppure uno spogliarello di Belen avrebbe potuto provocare ai tifosi della curva Sud lo stesso tripudio ormonale.
 
Nel delirio va bene tutto, anche lo strip tease di Vucinic. Una rete al fotofinish che cancella i malumori del pubblico per la prestazione fino a quel momento indolente del montenegrino.
 
Se l’interrogativo della vigilia era Vucinic o Menez, durante la partita più volte Spalletti è stato tentato di sostituire l’attaccante montenegrino dopo l’ennesimo pallone perso. Ma ha usato i panni dello psicologo. Ha capito che se avesse optato per la staffetta Vucinic-Menez, con il Cagliari avanti 2-1, avrebbe fatto uscire l’attaccante sotto una pioggia di fischi.
 
Dopo il gol di Jeda, Spalletti ha chiamato Menez. “Jeremy preparati. Dobbiamo vincere la partita”. E ha fatto uscire Baptista che, da vero signore, è uscito dando la mano a Spalletti, quasi scusandosi stavolta per non essere stato decisivo.
 
Con la Roma in svantaggio 2-1,  Spalletti si è avvicinato a Montella. “Dai Vincenzo, entri al posto di Cicinho. Giochi tu davanti con Checco. E Vucinic e Menez vanno a mettersi come attaccanti esterni”. Che significava giocare con quattro punte.
 
Lo sliding door della partita va in scena in quel momento. Quando sta per entrare Montella. Il team manager Scaglia consegna il foglio al quarto uomo. Montella per Cicinho. Scalpita l’aereoplanino che è pronto ad entrare, ma il pallone non esce. Passano due minuti e rimane lì, accanto al quarto uomo. L’azione però si interrompe solo con il pallone di Perrotta che finisce in rete. Altro segno del destino.
 
“Entra pure sul 2-2?” chiede Scaglia a Spalletti. “Sì, vai dobbiamo vincere” risponde Spalletti.
 
Con quattro attaccanti la Roma gioca gli ultimi minuti con un’adrenalina pazzesca. Le gambe non vanno più. Qualcuno inizia ad avvertire i crampi su un campo pesante e con alle spalle lo sforzo del martedì di Champions.
 
Un finale al thrilling che neppure un maestro del brivido come Alfred Hitchcock avrebbe potuto immaginare. Ecco perché quando un insospettabile, perché fin lì il peggiore in campo, mette dentro al novantesimo il gol pesantissimo della vittoria, il suo strip tease è una liberazione che fa esplodere l’Olimpico.
 
In una partita da emozioni forti, rimangono dei flash indelebili. La punizione capolavoro di un grande Daniele Conti. La bravura tattica di Allegri. Il coraggio del Cagliari di venire a Roma per interpretare la partita senza rinunciare a giocarsela per vincere. Se è  questo lo spirito, non dovranno certo attendere l’ultima giornata per salvarsi.
 
Nella Roma l’impegno fisico e nervoso contro il Bordeaux ha lasciato il segno. La squadra non è stata brillante come altre volte, ma ha complicato anche l’emergenza a centrocampo. Cicinho è apparso spaesato nel centro destra del rombo. Ma mancavano Brighi, Aquilani e Taddei mentre Pizarro era in panchina solo per far numero.
 
Inoltre si è aggiunto il problema del portiere. Artur ha giocato per la prima volta dall’inizio in campionato per la rinuncia all’ultimora di Doni.
 
Dal campo si percepisce subito la sua insicurezza. Non sembra avere l’esperienza e la tecnica per giocare a certi livelli. Lo sapevano anche i giocatori del Cagliari che provavano a tirare anche da metà campo. Il secondo gol subito da Artur è stato imbarazzante.
 
A gennaio andrà a giocare in serie B. La società sta cercando un secondo più affidabile che possa giocare in Champions. Come è avvenuto nella Juve con Manninger che ha sostituito Buffon con un rendimento all’altezza della situazione. Altrimenti senza Doni, la Roma rischia di giocare gravemente penalizzata. 
 
Malgrado Artur, la Roma ha portato a casa il risultato anche in una giornata difficile:  la qualità  che hanno le grandi squadre. La qualità che hanno avuto i tre migliori in campo che, guarda caso, sono tre campioni del mondo: Totti, De Rossi e Perrotta.
 
A loro si è aggiunto Menez. Ha giocato venticinque minuti il francese. Da quando è entrato in campo è cambiata la partita. Ogni volta cerca le giocate che danno la superiorità numerica alla squadra. Subisce falli, resiste, non si lamenta per le durezze. Si rialza e guarda avanti. Quando parte con la palla al piede l’Olimpico si accende. Totti e Menez sono destinati a regalare un grande 2009 ai tifosi della Roma. Tra campionato e Champions non ci sono più limiti alla fantasia.
 
Angelo Mangiante
(Sky Sport)

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