Appunti dal campo di Angelo Mangiante: De Rossi vero leader dello spogliatoio, Toni il centravanti che mancava

18/01/2010 - 0:00

 
Un telecronista in panchina, il centravanti che mancava, un capitano inedito, la reincarnazione di Aldair, il Rodrigo ritrovato, un allenatore che consuma con eleganza la sua rivincita. Sono solo alcuni dei flash di una partita che proietta la Roma al terzo posto davanti alla Juve.
Il telecronista in panchina è De Rossi. Rivelazione. Vero leader dello spogliatoio, ancora una volta. Se qualcuno pensava che potesse prendere male l’esclusione, ha subito cambiato idea per come si è seduto in panchina. Il suo ruolo è stato di allenatore in seconda. Dando indicazioni ai compagni, urlando per incitarli, battendo le mani dopo giocate spettacolari. L’abbraccio a fine partita con Luca Toni spiega molte cose, compreso un Circo Massimo già vissuto insieme ma con l’intenzione di ritornarci.
 
Il centravanti che mancava  non poteva che essere Luca Toni. Prima del suo arrivo, tante volte Ranieri si arrabbiava quando sul primo palo arrivavano i cross bassi, ma nessuno aveva il coraggio di buttarsi sull’area piccola. Non c’era mai l’attaccante. Adesso, vedi il suo primo gol, c’è una forza della natura. Una potenza fisica che dal campo mette paura. Quando poi va sotto la curva Sud sembra Re Leone Batistuta. La riempie quella curva. La gonfia di orgoglio. Con Toni tutti si sentono più forti. E per rafforzare queste convinzioni concede il bis. Con un colpo di testa, sconosciuto prima di lui nel dizionario della proposta offensiva romanista.  L’intesa con Vucinic è perfetta. Per come si cercano e si parlano in campo. Sembrano giocare insieme da una vita. Una coppia che ha fatto impazzire i difensori del Genoa.
 
Il capitano inedito è Perrotta. Porta con grinta e personalità quella fascia. Si  fa sentire con l’arbitro e con gli avversari. Ha una versatilità che andrebbe clonata per i primavera che verranno. Stavolta non è l’incursore dietro Toni, lì Ranieri mette Brighi. Nel rombo a centrocampo, con Pizarro regista, Perrotta è l’intermedio a sinistra con Taddei a destra. Ma super Simo non fa una piega. Macina chilometri, segna e continua la lunga rincorsa verso il mondiale. Lippi è pronto a richiamarlo a Marzo per l’ultima amichevole.
 
La reincarnazione di Aldair è il suo erede naturale: Juan. Per Ranieri è il difensore più forte che abbia mai allenato. Per gli attaccanti avversari è irridente. Quando sta bene, in difesa la prende solo lui. Per fortuna ora sono sparite bende e infortuni.  Con i piedi che gli ha dato il Dio del pallone potrebbe fare il trequartista. Sontuoso e tosto. Fino a che Ranieri sarà l’allenatore della Roma non verrà mai ceduto. 
Il Rodrigo ritrovato è l’altro miracolo. Da giocatore in crisi a inesauribile. Da cursore finito a titolare inamovibile. L’avventura di Taddei è ripartita in modo esplosivo. Gioca e si allena da professionista autentico, senza ricordare a nessuno che è in scadenza di contratto. La Fiorentina e il Genoa continuano a bussare alla sua porta. Non ha ancora compiuto trentanni. Sta dimostrando di meritare di restare a Roma. Un altro come lui costerebbe, di solo cartellino, almeno 6-7 milioni di euro. Un biennale al più presto sarebbe la scelta più saggia.
L’allenatore che si è preso la sua rivincita si sta divertendo. A Torino si parla di agonia. Di riunione fiume negli spogliatoi. Di rese dei conti. Di un allenatore sulla graticola. Lui, Ranieri, grazie alla Juve, si è permesso vacanze, pagate, più lunghe e riposanti. Grazie alla Juve è tornato a casa. Grazie alla Juve è un allenatore felice. Grazie ai dirigenti della Juve si presenterà a Torino con due punti in più. Bettega ha detto:” Rinasceremo contro la Roma come ha fatto il Milan”. Quando lo ha saputo, Ranieri si è fatto una risata. La risata di chi sta consumando la sua rivincita con grande eleganza.
 
Angelo MangianteSky Sport

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