Appunti dal campo di Angelo Mangiante **Atalanta-Roma
Per chi segue la partita dal campo, molte sfumature arrivano già dal pre-partita. Il sottopassaggio, a pochi minuti dal fischio dinizio, mostra frammenti esplicativi di quello che avverrà nella partita.
Un esempio a Bergamo. Nel tunnel si incrociano Totti e Carrozzieri. E il momento in cui, molto spesso, i difensori già fanno la faccia cattiva al Capitano. Non solo. Carrozzieri sembra un orco. E uno che dei difensori centrali che fa ancora più paura da vicino. Un giocatore rinomato per dare sportellate senza pietà agli attaccanti.
Allimprovviso si avvicina a Totti: Ciao Capitano, mi dai la tua maglia a fine partita?. Risposta Ok, nessun problema. Abbraccio e via in campo. Dove Totti gioca di fioretto e Carrozzieri non rinuncia alla clava. Ma che il loro duello alla fine si rivelerà leale si intuiva già da quel primo approccio sotto il tunnel. Da quellabbraccio sincero.
Un altro messaggio è arrivato dagli sguardi tra Spalletti e Mancini. Stavolta si è avvertito forte dal campo il loro tentativo di ritrovarsi. Nessuna maledizione dellallenatore quando Mancio, come lo chiama lui dalla panchina, si è divorato due palle-gol.
Si mostra paziente Spalletti quando capisce che cè comunque la volontà del giocatore di mostrare qualcosa di positivo. Come quando, nello stile Lione, si rivede il vero Mancini nel gol del 2-1. E Spalletti, applaudendo, gli ricorda che sono questi i numeri che possiedi.
I numeri che appartengono, da sempre, a Totti. Spalletti lo sa. Lo sa pure Perrotta che prima ancora che Francesco tocchi la palla si getta nello spazio sapendo che un assist al bacio è pronto a raggiungerlo. Totti e Perrotta si trovano a occhi chiusi. Non hanno neppure bisogno di chiamarsi la palla. Uno spettacolo.
Parla invece molto Spalletti. Soprattutto quando deve tenere tutti sulla corda. Perché a Mexes grida dalla panchina tieni poco la palla Phil, girala subito a Pizarro o De Rossi. A Taddei devi lasciare il centro del campo a Totti. Rimani largo. A Tonetto tieni la linea più alta Max così sei pronto ad inserirti. A De Rossi senza esagerare con le proteste Lele, sennò poi ti prendi un altro giallo.
E impossibile pensare oggi ad una Roma senza Spalletti. Si parla di mercato, si tira in ballo Mancini, ci si immagina chi parte e chi arriva. Ma tutta lorchestra è tenuta in piedi con personalità dal suo allenatore. Che in campo rispetta ed è rispettato dagli avversari. E che dalla panchina interviene anche con forza sui giocatori della Roma, ma sempre con lapproccio di chi vuole solo una cosa: il massimo dellimpegno.
LInter continua a vincere e sembra irraggiungibile. Spalletti, anche nelle interviste post match, la parola scudetto non la pronuncia mai. Ma una cosa è certa. Sarà lultimo ad arrendersi. Con la sua energia vuole crederci fino in fondo.
Angelo Mangiante (Sky)