Appunti dal campo di Angelo **Mangiante: ´Acquisti sbagliati e**un forte nervosismo alla base**della stagione fallimentare´

07/04/2009 - 0:00

 
L’emblema di una stagione con i nervi scoperti ha aggiunto un altro capitolo negativo. Vedere in campo Doni e Montella lamentarsi platealmente con l’allenatore è il segnale di una Roma confusa verso il traguardo del quarto posto. Ma non solo. Vedere Brighi schierato come esterno al posto di Taddei certifica una campagna acquisti fallimentare. La proprietà ha investito tanto. La cifra più alta dai tempi del terzo scudetto dell’era Franco Sensi: 45 milioni di euro. Ma sono stati acquistati giocatori non funzionali alle necessità. Al posto di due esterni come Mancini e Giuly, che tra l’altro assicuravano venti gol a stagione, non è arrivato nessuno in grado di giocare sulla fascia. Così tutte le volte che è mancato Taddei, spesso infortunato, la Roma con il 4-2-3-1 ha fallito. Con il rombo a centrocampo, per sopperire alla mancanza delle due ali, la situazione era migliorata e anche per questo non si capisce perché questo modulo non sia stato riproposto contro il Bologna. Spalletti dalla panchina chiedeva invano di accorciare i reparti. Tra difesa e attacco c’erano sessanta metri, con De Rossi e Pizarro presi in mezzo dai cinque centrocampisti del Bologna. Ecco perché  anche uno come De Rossi è apparso in difficoltà. Con tre soli allenamenti sulle gambe, Totti ha salvato ancora una volta la Roma. Senza di lui cosa sarebbe successo? Sicuramente quello che era già accaduto nei quarantadue giorni senza di lui: tre pareggi e una sconfitta. La difesa ha mostrato per l’ennesima volta dei vuoti preoccupanti. Sul gol di Marazzina dovevano chiudere sul primo palo Mexes e De Rossi. Non c’era nessuno dei due. Per far segnare l’ex attaccante della Roma, mai in gol in questa stagione, doveva arrivare il turno di una delle difese più fragili della serie A, con 42 gol subiti. Loria contro il Bologna non c’era e stavolta non ha colpe. Ma far passare per brocco Matteo Ferrari e investire pesantemente su Loria è stata l’operazione più sciagurata degli ultimi dieci anni della Roma. Scelta di mercato che tra l’altro ha fatto investire su un difensore trentaduenne per perdere a titolo definitivo un giovane talento come Galloppa, che a Siena sta disputando un grande campionato. Anche l’attacco non convince. Senza Totti, il buio. Menez, Baptista e Vucinic in tre hanno segnato in campionato gli stessi gol Di Vaio: 19. Con la differenza che Di Vaio, trentatrè anni, è stato prelevato a parametro zero dal Bologna. Per i tre attaccanti la Roma ha speso 42 milioni di euro. Per Vucinic sborsati 20 milioni, 12 per Menez, 10 per Baptista. Nella lista degli attaccanti, i responsabili di mercato della Roma hanno giudicato inadeguati Lavezzi e Zarate. Proposti poi a Napoli e Lazio che hanno invece fiutato l’affare. Stessi responsabili di mercato che si sono rifiutati di prendere la scorsa estate Diego Milito, il quale voleva fortemente la Roma dopo la retrocessione del Real Saragozza. Poteva essere portato a Trigoria per 9 milioni di euro. Il motivo del no al Principe? I cattivi rapporti con il procuratore del giocatore: Fernando Hidalgo, lo stesso con il quale ci si era scontrati all’epoca dell’affare Pizarro. Ma l’errore di mercato più grande la Roma lo ha fatto con Quagliarella. Era stato proposto a parametro zero l’anno del fallimento del Torino. Un dirigente della Roma non lo giudicò all’altezza di vestire la maglia giallorossa. E prese al suo posto Comotto. A distanza di quattro anni, la prossima estate lo stesso dirigente potrebbe acquistare Quagliarella a quindici milioni di euro. Ma non è detto che quei soldi ci siano nelle casse della società. L’emblema della stagione fallimentare della Roma è anche questo.
 
Angelo Mangiante
(Sky Sport)

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