Andreolli, ora o mai più

16/01/2008 - 0:00

 
Può essere il suo giorno. Il giorno di Marco Andreolli da Ponte dell’Olio, in provincia di Piacenza. Finalmente, a quasi 5 mesi dall’infortunio prolungato alla schiena, arriva la prima convocazione per il giovane romagnolo, giunto nella Capitale la scorsa estate. Il 27 luglio, infatti, la Roma ufficializza, nell’operazione obbligata che porta Chivu all’Inter, l’acquisto in comproprietà di Marco Andreolli per 3 milioni di euro. All’ex nerazzurro viene proposto un contratto quadriennale a salire che, dai quasi 360.000 euro netti previsti per questa stagione, cresce fino al mezzo milione netto per l’ultima stagione coperta dall’accordo (la 2010/2011); passando per i 403.200 euro netti garantiti per la prossima annata, ed i 448.000 netti che il ragazzo percepirà nel 2009/2010. Per la Roma, ricapitolando, si tratta di un investimento complessivo (costo della metà, stipendio lordo e premi) pari a poco più di 6 milioni di euro che diventerebbero 9, nel caso la dirigenza firmasse un assegno da 3 milioni di euro a favore dell’Inter, per riscattare completamente il giocatore. Ma un calciatore che avrà 22 anni a giugno, per essere riscattato a queste cifre, ha bisogno di essere valutato sul campo. Cosa impossibile fino ad oggi per Spalletti & Co. Perché prima di farsi male, il 21 agosto scorso durante Italia-Francia Under 21 (nazionale con la quale ha già collezionato 24 presenze, senza mai segnare), il nuovo numero 13 giallorosso (numero 13?) ha sostenuto soltanto qualche allenamento e 86 minuti in totale in due partite amichevoli, contro Bayer Leverkusen e Frosinone (il 29 luglio ed il 9 agosto). Mal di schiena, la prima diagnosi; da quel momento in poi, il ragazzo ha svolto solo fisioterapia. Con il passare del tempo, e soprattutto grazie al lavoro del dottor Brozzi e del suo staff, si è messo a fuoco il problema: schiacciamento di alcune vertebre. I medici, a questo punto, sono intervenuti in maniera mirata risolvendo la questione definitivamente. Andreolli, quindi, si è aggregato al gruppo per gli allenamenti. Poi un nuovo stop di qualche giorno a causa di un contrasto aereo che lo ha costretto ad uscire in barella, nell’allenamento all’Olimpico al termine della mattinata dedicata alla donazione del sangue. I medici, temendo si trattasse di trauma cranico, hanno portato il ragazzo al Policlinico Gemelli per i doverosi accertamenti. Fortunatamente non ci sono state complicazioni, altrimenti il ventiduenne romagnolo sarebbe dovuto rimanere fermo qualche settimana, come accaduto a Mexes. Nel calcio non esiste, in realtà, una normativa in materia di trauma cranici (a differenza del pugilato); ma il dottor Brozzi è particolarmente attento a questi aspetti. Perché un secondo colpo alla testa, laddove un trauma cranico non si fosse riassorbito del tutto, avrebbe potuto portare anche al coma. Andreolli, per fortuna, ha altre cose cui pensare, ora che si è fatto curare per bene impiegando un po’ di tempo, ma evitando, così, l’uso sistematico di anti-dolorifici. Deve dimostrare a se stesso e, soprattutto a Spalletti, di valere tutti i soldi in ballo nel suo riscatto. Ed oggi può essere la sua grande occasione, magari risultando decisivo contro il Torino. Per dimostrare il suo valore; perché buttare al vento (anche solo…) 6 milioni di euro, per la Roma, sarebbe davvero delittuoso. A prescindere dalla sfortuna e dagli infortuni.

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