• Analisi tattica di Salernitana-Roma: ritmo più alto e linee di passaggio penetranti, così Mourinho si è preso la partita

    Alessandro Tagliaboschi
    30/08/2021 - 13:11

    Analisi tattica di Salernitana-Roma: ritmo più alto e linee di passaggio penetranti, così Mourinho si è preso la partita

    ANALISI TATTICA SALERNITANA ROMA – La Roma si issa in coabitazione con 5 delle 7 sorelle del campionato più appassionante degli ultimi 15 anni, in cui regna l’equilibrio e dove saranno le motivazioni a definire e delineare la classifica nel proseguimento di stagione. Per i giallorossi la sensazione di potere tornare a disputare finalmente una stagione da protagonisti è quanto mai evidente, a fronte di una ritrovata maturità e convinzione figlia, senza alcun dubbio, dello spessore e carisma di un tecnico preso proprio per ridare credibilità ad un ambiente volto sempre più all’ignavia, all’inerzia e all’oblio. E se 4 indizi fanno una prova, se 4 vittorie in altrettante gare ufficiali sono cartina tornasole del momento, il futuro quantomeno nel breve-medio termine non può che essere roseo.

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    Moduli e sviluppi di gioco

    Alla quarta gara del primo miniciclo da 4 gare in 12 giorni, Mourinho conferma il suo 4-2-3-1 dagli interpreti gerarchicamente acquisiti, con il solo Carles Perez che sostituisce lo squalificato Zaniolo. Castori deve fare i conti con qualche assenza di troppo che induce un 5-4-1 abbottonatissimo, con l’ex giallorosso Gyomber al centro della difesa e i due Coulibaly e Obi che stringono intorno a Di Tacchio, con Bonazzoli unica punta.

    Primo tempo senza spazi

    Per vedere una gara decente nel calcio è da sempre fondamentale essere in due e il concetto e filosofia nel calcio moderno viene ormai professato a tutte le latitudini, ma resistono ancora pochi baluardi di un calcio alternativo, pratico, essenziale (ed efficace) e Fabrizio Castori ne è uno degli esponenti principali. Un calcio di grande compattezza difensiva e immediata verticalità che, finché il livello tecnico dell’avversario non è elevato, consente di rischiare poco o nulla e di rimanere in partita alla ricerca dell’episodio che premi l’atteggiamento adottato. Salernitana-Roma è un primo tempo soporifero, a tratti inguardabile, privo di emozioni, così come gli sviluppi di gioco stucchevoli e noiosi, con i campani che attendono a metà campo, non vanno a prendere alti i giallorossi, per cui Cristante non si abbassa tra i 2 centrali a costruire ma lascia gestire direttamente a Mancini e Ibanez. La gara viene fatta inevitabilmente dalla Roma, con la Salernitana che cerca di sfruttare eventuali errori e giocando sempre e solo in verticale su Bonazzoli dopo la riconquista palla. Per i giallorossi è richiesta pazienza e qualità, specie nell’ultimo passaggio e col passare dei minuti gli uomini di Castori (che non vanno sui riferimenti avversari ma difendono di posizione) abbassano ulteriormente il baricentro, con due linee serrate di 5 difensori e 4 centrocampisti davanti all’area di rigore. La squadra di Mourinho non riesce mai a sfruttare il 3 contro 3 tra gli attaccanti e i centrali difensivi amaranto, mentre i quinti si occupano di Karsdorp e Vina. In questa mancanza di spazi latita anche Pellegrini che non riesce a giocare vicino alle punte (oggi più importante che tirarsi fuori come consuetudine). Così tra Mkhitaryan che non trova mai spazi praticabili e idee e Carles Perez sempre leggibile e prevedibile nelle scelte e movimenti (viene sempre dentro al campo e sempre andando a sinistra sul piede forte), il primo tempo si trascina stancamente alla ricerca di un invenzione, di un duello personale vinto che non arriva mai.

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    Si riparte con gli stessi 22 del primo tempo e non c’è più il copione dei primi 45 minuti, perché la Roma alza subito i ritmi e trova linee di passaggio più penetranti, che non sempre erano state praticate e in pochi minuti indirizza la gara sul doppio vantaggio con un inserimento di Pellegrini e un azione orgasmica (licenza poetica concessa) che per qualità di gioco a terra, sponda, imbucata di Mkhitaryan e timing di inserimento di Veretout perfetti decreta l’esito finale della gara. Ora diventa importante per i giallorossi lavorare bene sulle marcature preventive, come nel primo tempo dove era sufficente marcare forte Bonazzoli in avanti per rischiare nulla, e gestire possesso addormentando gara. Castori inserisce Simy per Coubaly, passando alle 2 punte, ma la Roma va in scioltezza e dispone dell’avversario, mostrando di divertirsi, danzando con la palla e trovando il gol di Abraham. I cambi restanti della Salernitana rimangono solo ai fini del tabellino, così come quelli di El Shaarawy per Mkhitaryan, Shomurodov per Carles Perez e Calafiori per Vina. Ora la meritata sosta, con l’entusiasmo che monta e gli ultimi botti di mercato.

    Maurizio Rafaiani

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    1. D’accordo nell’analisi sempre lucida, oggettiva e coerente. Unico appunto: a me Peres e’ piaciuto anche nel primo tempo. Era l’unico che davvero saltava l’uomo e dava imprevedibilità alla manovra. Errori ne ha fatti ma con una difesa cosi chiusa, solo Messi penetra senza problemi.

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