Analisi tattica: Roma solida e corta nei reparti, Smalling annulla Zapata. Ma l’attacco è spento

Redazione RN
17/02/2020 - 7:35

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Analisi tattica: Roma solida e corta nei reparti, Smalling annulla Zapata. Ma l’attacco è spento

ATALANTA ROMA ANALISI TATTICA – Quinta sconfitta in sette gare, e un 2020 sempre più fosco si addensa nel futuro della Roma, chiamata ora a una rincorsa Champions sempre più problematica. Giallorossi al cospetto di un’Atalanta più agguerrita e vogliosa, nella gara di ieri, di vincere l’inerzia degli eventi che all’intervallo la vedevano soccombere. Ancora una volta i giallorossi devono recitare il mea culpa per le disattenzioni che hanno portato gli orobici a ribaltare la gara in pochi minuti, con il gol del pari che ha chiamato in rapida successione quello del ribaltamento di risultato, che ha finito per indirizzare e decidere definitivamente la gara nella prima parte della ripresa.

 MODULI E SVILUPPI DI GIOCO – Gasperini si affida al modulo consueto, in un 3-4-2-1 dove Gomez e Ilicic agiscono alle spalle di Zapata, ricercando e ricavandosi gli spazi dove sviluppare la propria qualità. Hateboer e Gosens allargano il campo, mentre Freuler e De Roon gestiscono gli equilibri in mezzo al campo,rinunciando alle accentuate marcature a uomo per lavorare più sulle coperture reciproche. Fonseca rinuncia al fedele 4-2-3-1 a favore di uno schieramento più accorto e compatto al centro, negli spazi, dove si erano verificate le principali criticità delle ultime gare: nella fase di non possesso. Nuovamente appoggiato sulle spalle di Mancini davanti alla linea difensiva, il tecnico portoghese disegna un 4-3-2-1 più compatto al centro, dove ai suoi lati la qualità delle mezzali Pellegrini e Mkhitaryan dovrebbe servire per una transizione più qualitativa dopo la riconquista palla. Punte esterne ai lati di Dzeko si sistemano Kluivert a destra, che porta velocità e brillantezza quando gli spazi si aprono, e la capacità di ripartire con qualità palla al piede di Perotti a sinistra. Quello che dovrebbe essere il reparto più sollecitato della serata, la linea difensiva, vede il rientro di Fazio a fianco di Smalling, e Spinazzola e Bruno Peres a percorrere le corsie esterne nel tentativo di dare più vivacità agli spenti Santon e Kolarov dell’ultima, infelice, gara casalinga.

LA ROMA È COMPATTA, L’ATALANTA FATICA A PRENDERE VELOCITÀ NEGLI SPAZI – L’Atalanta ha un avvio secondo i canoni consueti, con la ricerca del ritmo e delle superiorità in zona palla, con gli esterni che si raccordano col mediano di riferimento, e con Gomez e Ilicic che entrano dentro al campo con le percussioni e fraseggi conclamate. Gli uomini di Gasperini scalano sempre molto alti e quando prendono campo attaccano con molti giocatori sopra la linea della palla, liberando spazi che la Roma prova a sfruttare in ripartenza soprattutto sulla velocità di Kluivert. La fase difensiva giallorossa è molto ordinata, serrata al centro, con i terzini (Bruno Peres e Spinazzola) che vanno a prendere molto alti gli esterni di centrocampo (Hateboer e Gosens) avversario. Nel momento in cui la Roma scivola in zona palla senza mettere pressione, l’Atalanta cerca di allungare i giallorossi tracciando linee di passaggio ficcanti dentro al campo. Ma ben presto la Roma, attraverso una ritrovata compattezza, si mantiene solida e corta nei reparti, tanto che Gomez è obbligato ben presto ad arretrare in mezzo al campo per cercare palla e creare la parità numerica con il centrocampo a 3 giallorosso, che limita i due mediani nerazzurri. Gomez prova a cucire senza successo, e l’unica occasione (comunque clamorosa) per l’argentino nasce da una ripartenza in campo aperto ben gestita da Zapata col sostegno di Ilicic, che lo manda al cospetto di un Pau Lopez che si immola con prontezza. La Roma trova, attraverso la compattezza centrale la possibilità di limitare al massimo i rischi, e la possibilità di prendere campo accompagnando l’azione dopo la riconquista. Ma ad una fase difensiva ordinata corrisponde, ancora una volta, una fase offensiva deficitaria, con Kluivert e Pellegrini che si muovono spesso occupando gli stessi spazi, con Dzeko che raramente riesce a fare salire la squadra, perdendo quasi sistematicamente i contrasti con i 3 centrali che se lo gestiscono a turno, e con Mkhitaryan che non trova compagni disposti al fraseggio. Anche perché i 3 attaccanti sono a compartimenti stagni, con l’azione che termina nel momento in cui ricevono palla e si affidano ad azioni personali, dove solo in due occasioni raggiungono in maniera pericolosa i metri finali. L’atteggiamento tattico e il baricentro medio delle squadre, la supremazia territoriale e il possesso palla, nel primo tempo sono similari, con la possibilità per entrambe di ripartire in campo largo, ma con una Roma più accorta, che alterna il pressing offensivo e che cerca di non farsi allungare e concedere spazi dove distendersi all’Atalanta. Nell’equilibrio in campo, a pochi secondi dal doppio fischio Dzeko, attraverso una pressione individuale, vince un rimpallo e si invola verso la porta portando in vantaggio i suoi.

RIPRESA DI REAZIONE PER L ATALANTA, LE DISATTENZIONI DEI GIALLOROSSI SCAVANO LA STRADA AL SORPASSO – Si riparte con gli equilibri tattici del primo tempo, ma con l’Atalanta che prova a serrare i tempi ed alzare ulteriormente il ritmo, e Spinazzola appare da subito il giocatore più in difficoltà. L’esterno giallorosso concede, dapprima, alcune percussioni pericolose, poi su un calcio d’angolo conseguente si addormenta facendosi sorprendere dall’inserimento di Palomino sul secondo palo, con l’Atalanta che coglie i frutti del forcing pochi minuti dopo. Gasperini, che ad inizio ripresa aveva spostato Gomez e la sua qualità sull’out sinistro prediletto, toglie dalla contesa Zapata, ben contenuto fino a quel momento da uno Smalling in formato monstre, inserendo Pasalic, per togliere un riferimento avanzato alla linea difensiva giallorossa, e guadagnando un uomo in più in mezzo al campo come primo portatore di pressing centrale. Sarà proprio il neo entrato a confezionare il gol del sorpasso. Ma in sé la mossa rimarrà azzeccata solo nel momento finale dell azione decisiva, che nasce da una rimessa laterale dei giallorossi gestita con superficialità in seguito a un tocco maldestro di Pellegrini e un atteggiamento difensivo molle nei contrasti portati dentro all’area da Peres e compagni, che consentono una conclusione finale troppo agevole. Fonseca prova ad attingere dai cambi sperando nel colpo fortunato come quello del collega, ma né Carles Perez (esce Kluivert), né Veretout (esce Mancini) riescono a scuotere la squadra. Mkhitaryan perde qualche pallone di troppo, perché la pressione atalantina è un crescendo in mezzo al campo, e l’ultimo tentativo del tecnico portoghese è l inserimento di Villar, con l armeno che va sull’out sinistro ,nel tentativo di trovare spazi e tempi per una giocata qualitativa e risolutiva, che non arriva. Gasperini conclude sostituendo completamente il terzetto d’attacco (Malinovskyi per Ilicic,e Muriel per Gomez) mentre Fazio in avanti è l’ultima e disperata scelta di raddrizzare una gara dove le disattenzioni banali avute hanno finito per condannare la squadra che ha vissuto la gara senza portare la dovuta concentrazione, attenzione, e determinazione nei momenti topici.

Maurizio Rafaiani

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  1. Che infinita tristezza, non c’e niente da fare cambiano i giocatori, gli allenatori, i dirigenti…. ma la musica è sempre la stessa.

  2. Siamo onesti: la Roma è scesa in campo x non perdere e semplicemente non ce l’ha fatta! Davanti siamo stati inoffensivi: 0 tiri in porta e 0 pericolosità Senza il suicidio d Palomino ed il gran gol d Edin non avremmo mai segnato L’Atalanta non ha dominato come altre volte ma ha meritato i 3 punti ed è giustamente quarta Fonseca è in confusione totale: cambi incomprensibili e formazione iniziale senza senso: la smettesse d parlare d coraggio se poi è lui il primo a fare barricate e rinnegare se stesso!

  3. Smalling unico giocatore vero visto in campo ieri. Dzeko leggermente meglio del nulla solito. Il resto un disastro. Ma di che parliamo? Una squadra che ha prodotto un tiro (casuale) in porta in tutta la partita. Attaccanti e centrocampisti terrorizzati dall’area avversaria manco fosse off=limits, terzini totalmente inadeguati, allenatore che non aggiunge nulla al disastroso quadro d’insieme. Il fuoriclasse Pellegrini non lo commento più…

  4. Qualcuno ha il coraggio di dire la verità? L’Atalanta ha una rosa migliore, un allenatore e una socirtà migliori. Ha vinto meritatamente. Punto. Qui sono 9 anni che i Pallotta boys vendono fumo, grazie ad improvvisati studi di economia. Ora finalmente tutti hanno capito la verità. I danni di pallotta sono enormi, ci vorrà molto tempo per rimediare. Vattene e non tornare mai più!

    1. Concordo sul fatto che l’Atalanta sia meglio allenata e meglio gestita a livello societario della Roma Che invece sia superiore a livello d rosa non lo penso minimamente! Siamo onesti: quanti dei giocatori della Dea vorremmo a Roma xké superiori ai nostri? Al max Zapata come vice Dzeko, Ilicic al posto d Pellegrini o d uno degli esterni e Gosens o Hateboer come terzini. Tutti gli altri li accoglieremmo con sospetto, come fatto con Cristante, Mancini e Spinazzola. Con la rosa che ha la Roma non può essere a 6,5 punti dal 4′ posto dopo 24 giornate! Se lo è, è per via d mercato, allenatore e società

  5. Qui si stanno facendo troppe parole da creare un fiume in piena ma i fatti non ci sono cominciando da tutta la dirigenza .E stata Criticata tanto la famiglia Sensi che c’è da togliersi tanto di cappello facendoci vincere scudetti e coppe mentre con la proprietà americana solo brutte figure e hanno impoverita la squadra l’anno presa per un super mercato così non si vince niente.Voglio rompere una spada a favore dell’allenatore gli
    stata consegnata una squadra che non può arrivare da nessuna parte e anche su petrachi tutti contro qui mi sembra che nessuno si voglia prendere le proprie responsabilità di questo sfacelo anche se cambiano direttore sportivo le cose non cambiano

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