Analisi tattica, Roma meglio con il 4-3-3 nella ripresa: la differenza è nel livello dei giocatori

Alessandro Tagliaboschi
23/12/2018 - 18:00

Analisi tattica, Roma meglio con il 4-3-3 nella ripresa: la differenza è nel livello dei giocatori

JUVENTUS ROMA, ANALISI TATTICA – Ancora una volta la Roma conferma il tabù dello Stadium bianconero, ancora una volta il rientro da Torino è mesto, ma la classifica, per quanto nettamente deficitaria, si dimostra aperta nella corsa ai posti Champions e Europa League, con le ultime gare del girone di andata che potranno delineare un cammino meno impervio nel girone di ritorno, dove la squadra dovrà comunque dimostrare di cambiare marcia. Dovrà farlo necessariamente ripartendo dal secondo tempo di questa sera,in cui supremazia territoriale e possesso palla hanno ancora una volta evidenziato la capacità dei giallorossi di poter interpretare una gara con autorità, salvo perdersi nell’atavica idiosincrasia a trovare un indice di pericolosità attivo, che latita in maniera evidente nei suoi interpreti .

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO – Per Di Francesco, fin dagli albori della gara, si affaccia sul terreno di gioco un fin qui poco utilizzato 3-5-2, con Manolas,Fazio e Kolarov nei 3 centrali e con Florenzi e Santon quinti di centrocampo,con l intento di andare a prendere subito alti Alex Sandro e De Scigli. In mezzo la parità numerica, con Nzonzi in regia e Zaniolo e Cristante che avevano concluso e fatto svoltare, nel posizionamento, l’ultima gara col Genoa, a ripristinare il centrocampo a 2 mezzali assaltatrici mentre davanti sono Schick e Under a dividersi il fronte offensivo giocando vicini e provando a giocare a specchio il 2 contro 2 con Bonucci e Chiellini. Per Allegri nessun problema di formazione, con un 4-3-3 molto dinamico negli sviluppi sui 3 attaccanti,che danno sempre pochi riferimenti,fermo restando che Cristiano Ronaldo e Dybala sono molto mobili, mentre Mandzukic funge da equilibratore sul centro sinistra; in mezzo Pjanic in regia, al quale si sostituisce Bentancur quando il bosniaco viene attenzionato da Zaniolo o Cristante, mentre Matuidi mette i centimetri e il peso a disposizione del centrocampo bianconero che, in tal senso, avrebbe potuto pagare dazio nei confronti di quello giallorosso. 

PRIMO TEMPO REVERENZIALE – Tatticismi del primo tempo sono figli dell’ atteggiamento mentale delle due squadre,con una Roma che vorrebbe andare a prendere alta la Juventus,ma raramente riesce nell’intento, concedendo velocità sulle corsie esterne dove gli uomini di Allegri trovano gli sbocchi principali per larghi tratti della prima frazione di gioco grazie ad un uscita pulita dal primo pressing e dove la Roma è sempre in ritardo nello scivolare. Il primo tempo è un tiro al bersaglio verso Olsen, anche quando i giallorossi devono ripiegare ed abbassare il baricentro, i bianconeri trovano in maniera agevole quelle linee di passaggio per innescare Dybala e Cristiano Ronaldo. Per la Roma solo poche azioni di alleggerimento dove è evidente la differenza di spessore di chi si trova a concludere, così come beffarda si manifesta la combinazione del gol del vantaggio bianconero nell’area opposta, che nasce inizialmente da una gestione approssimativa e poco scaltra di Florenzi e Zaniolo di un azione di disimpegno, dove subiscono in maniera passiva la pressione avversaria e dove il cross finale spiove in una zona nella quale si sarebbero dovute conoscere le criticità del caso. Se infatti i quinti Santon e Florenzi erano stati invertiti di zona, nella formazione iniziale, proprio per potere fronteggiare fisicamente l’attacco al secondo palo di Mandzukic, è la maniera con la quale il croato sovrasta Santon stesso che suona come una beffa, anche per la poca attenzione del giallorosso.

RIPRESA CONFORTANTE – Al rientro in campo Kluivert rileva Florenzi, il cui apporto minimo in entrambe le fasi aveva in pratica prodotto una inferiorità numerica (involontaria ovviamente) in campo, non avendo prodotto frutti né in termini di equilibrio tattico, né in fase propositiva, mentre il passaggio al 4-3-3, con Kolarov terzino sinistro ridisegna in campo la prima Roma Difranceschiana,con triangoli di gioco più riconoscibili, una manovra fluida e linee di passaggio più penetranti. Catene attive, spinta dei terzini, supremazia territoriale e possesso palla diventano ben presto a favore dei giallorossi, con i bianconeri che accettano di abbassare il baricentro e ripartire sulla velocità degli attaccanti. Questa Juventus ha la capacità di leggere la gara e i suoi momenti e di accettare anche che possa essere l avversario a tenere l iniziativa e tale capacita camaleontica le regala equilibrio, forte anche della capacità di ribaltare velocemente l azione o di sapere sfruttare in maniera cinica e pratica quasi ogni situazione propizia. Per la Roma 45 minuti di impatto sistematico col muro juventino, con scarsa capacità di vincere duelli di 1 contro 1, nonostante l’ingresso di Perotti (mentre Allegri aveva rinforzato la sua fase difensiva con Emre Can in luogo di Pjanic) prima,e Dzeko poi, passando ad un 4-2-4 finale (con Perotti e Kluivert esterni e Schick vicino a Dzeko), dove ancora una volta è la differenza di spessore a scrivere il risultato finale. Mentre Allegri prova ad alleggerire la pressione con Douglas Costa a distendersi negli spazi, la Roma continua a trovare sviluppi fino ai 25 metri, ma quando entra negli spazi decisivi e a ridosso dell area non è in possesso di giocatori in grado di risolvere o leggere le situazioni e rifiniture in maniera concreta e risoluta, vuoi per lo scarso peso o scarsa determinazione o scarsa personalità. Una squadra giovane, progetto di prospettiva a medio-lungo termine, ma dal difficile presente che non può non lasciare tranquilli dirigenti, tifoseria e giocatori stessi.

Maurizio Rafaiani

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  1. La Roma è caduta nella mediocrità più assoluta, che aspetta la società a esonerare questo allenatore per evitare ulteriori danni alla classifica e all’immagine stessa della squadra?

  2. Bella analisi, la condivido in toto (modi compresi). Manca forse un cenno al fatto che Di Francesco a mio avviso avesse cercato proprio questa alternanza di assetto nei due tempi per provare anche sotto di un goal (potevamo prenderne molti di più) nel secondo tempo a fare lo scherzone. Gli è andata male, le speranze erano minime (strategia da Rometta? Può essere, d’altro canto faccio appello al realismo di una rosa acerba e/o acciaccata). Però per chi spera che cambiando si risolvi la situazione io ripeto che considerando tutto il contesto (mercato non adeguato ad obiettivi immediati, infermeria piena, ecc) Di Francesco va lasciato dove sta (e di nuovo considerato il contesto forse siete fessi voi a credere le lo liquidino, Baldini permettendo).

    Forza Roma e speriamo giri un pò di fortuna … armeno quella …

    P.s.: mo forse vaneggio ma arbitraggio Juve Roma? Quasi sembrava che ce favorissero … quasi …

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