Aldair: “Italia, rialzati con tranquillità e pazienza. Ma dovranno cambiare molte cose”

Alessandro Tagliaboschi
16/11/2017 - 20:54

Aldair: “Italia, rialzati con tranquillità e pazienza. Ma dovranno cambiare molte cose”

ALDAIR ITALIA BRASILE – “Fossi un tifoso italiano sarei comunque fiducioso, a patto però di cambiare parecchie cose, un po’ come è successo al Brasile dopo la terribile ‘mazzata’ del Mondiale 2014″. Queste le parole di Aldair, ex difensore della Roma e della Seleçao, ai microfoni dell’Ansa. E’ tra i tanti stupiti per la precoce eliminazione dell’Italia dai Mondiali “Quando le cose vanno male – spiega ai microfoni dell’agenzia di stampa – si vorrebbe cambiare subito e tutto, ma l’importante è fare le cose con tranquillità, pazienza e soprattutto lungimiranza”.

Il paragone con la ‘sua’ Nazionale è presto fatto: “Noi abbiamo perso 7-1 con la Germania nel Mondiale organizzato in casa, è stata una mazzata terribile, ma dopo quel flop abbiamo voltato pagina: cambiato i vertici, cambiato il ct e adesso le cose vanno bene. Sono stati tre anni duri, abbiamo avuto coraggio e questo ha pagato». D’accordo con Tardelli, Aldair riconosce che «non sono gli stranieri il male del calcio italiano. Il problema vero sono i giovani: bisognerebbe lavorare di più con loro per cercare di metterli il prima possibile in prima squadra. Il problema è che in Brasile o in Germania i giovani ci arrivano che hanno 17-18 anni, in Italia quando capita, ne hanno più di 20. Io vado in giro e vedo tanti ragazzi interessanti, ma i club hanno fretta…”.

‘Pluto’ ammette però che: “Adesso c’è meno talento, ci sono meno campioni, ma non si può riassumere tutto con la presenza degli stranieri, come accade in tutti i più grandi campionati. Semmai – è la stilettata del campione del mondo 1994 – forse le squadre italiane hanno tanti stranieri perché costano meno. Un giovane che viene da fuori oggi costa meno di un giocatore indigeno. Il resto sono chiacchiere – aggiunge – la verità è che quando giochi con giocatori forti impari e oggi in Italia non è cosi, perché i più forti giocano in altri Paesi. Poi c’è una questione di regolamenti, perché un conto è giocare in Primavera col passaporto italiano, un altro è giocare in prima squadra e oggi i ragazzi giocano meno perché i club hanno fretta, poca pazienza e vogliono vincere subito”.

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