• Al via il bonus vacanze: ecco come chiederlo

    Redazione RN
    18/06/2020 - 15:55

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    Al via il bonus vacanze: ecco come chiederlo

    BONUS VACANZE ITALIA – Ne aveva parlato Giuseppe Conte durante la conferenza stampa della presentazione del Decreto Rilancio, e ora è realtà: dal 1° luglio si potrà richiedere il bonus vacanze. In sostanza è un’agevolazione per il pagamento di servizi offerti in Italia da imprese turistico-ricettive, agriturismi e bed&breakfast. La misura è a favore delle famiglie con Isee non superiore a 40.000 euro.

    Come richiederlo

    L’Agenzia delle entrate ha pubblicato le istruzioni. Una famiglia di almeno tre persone potrà richiedere un bonus fino a 500 euro, per due persone il limite è di 300 euro, per una di 150. L’80% del bonus potrà essere usato come sconto del pagamento, il restante 20% finirà come detrazione di imposta nella dichiarazione dei redditi. Il bonus non può essere frazionato in più strutture ricettive, ma in un’unica soluzione. Le spese devono essere documentate con fattura, documento commerciale o scontrino/ricevuta fiscale emesso dal fornitore, dovrà essere indicato il codice fiscale di chi fruisce del bonus.

    L’App IO

    L’agevolazione potrà essere richiesta tramite la App IO, la app dei servizi pubblici. Per utilizzarla è necessaria l’identità digitale Spid o la Carta d’Identità Elettronica. Per chiedere il bonus si dovrà possedere una Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) valida da cui risulti l’Isee sotto i 40 mila euro, si otterrà un codice univoco e un QR-code da comunicare alla struttura ricettiva da chi intende utilizzare il bonus. Dopo la verifica dei codici, sarà applicato lo sconto (recuperato dalle strutture sotto forma di credito d’imposta o ceduto a terzi).

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    1. E’ la solita minchiata italiana.Le strutture infatti non sono obbligate ad aderire all’iniziativa( e molte non lo faranno). Pertanto chi ha prenotato pre-covid in una struttura che non accetta il bonus perde l’agevolazione.Non è previsto infatti che il bonus stesso possa essere utilizzato totalmente come credito d’imposta nel caso in cui l’esercente appunto non aderisca. Poteva essere una alternativa valida e a costi immutati per l’agenzia delle entrate.

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